PSEUDOFOSSILI E FOSSILI FALSI

(appunti di )


PSEUDOFOSSILI

Un profano o un dilettante alle prime armi, alle volte, può essere tratto in inganno da qualche forma strana o somigliante ai resti di una pianta o di un animale. Spesso, infatti, s'incontrano strutture rocciose, ciottoli, concrezioni, ecc. che in conseguenza della loro genesi o per cause dipendenti dalla corrosione dovuta agli agenti atmosferici hanno assunto forme che possono essere scambiate per fossili.
Queste formazioni, proprio perché falsi fossili, sono chiamate pseudofossili e la loro somiglianza con un vero fossile si limita solo alla parte esteriore. Nella parte interna, infatti, non esiste alcuna parvenza dei resti della struttura di un qualsiasi organismo.
Sovente, in condizioni particolari come per esempio l'infiltrazione di acqua (ricca di sali disciolti) in sedimenti sabbiosi, si formano delle concrezioni a strati concentrici che assumono le forme più svariate e strane e possono essere scambiate, dall'occhio inesperto per fossili o, addirittura, per manufatti preistorici.



Un altro esempio è il flint, molto frequente nella formazione del Cretaceo. Esso può dar luogo a forme fantastiche che possono facilmente simulare resti organici.

Altre volte ancora è qualche minerale a prendere le sembianze di un fossile: tipico è l'esempio dell'ossido di manganese. Questo minerale cristallizza nelle fessure della roccia in forme dendritiche (in altre parole assomiglianti ad alberelli) di colore marrone o nero. Di conseguenza, a prima vista, si può avere l'impressione d'avere trovato dei vegetali fossilizzati.




FOSSILI FALSI

La falsificazione dei fossili e la creazione ex-novo di falsi fossili è cosa molto antica, basti pensare a quanto accadde nel 1726, quando la questione dei fossili era ancora aperta a tutte le interpretazioni più fantastiche, a Johann Beringer, un professore universitario fautore della natura inorganica dei fossili.

I suoi allievi gli giocarono, per lungo tempo, una feroce beffa preparando falsi fossili dalle forme più svariate (perfino alcune iscrizioni in ebraico!), seppellendoli e poi facendoglieli trovare.
Ogni volta il povero professore illustrava le sue scoperte, che dichiarava lapides figuratæ con un nuovo saggio, finché non ritrovò uno di quei fossili con incisa la scritta "vivat Beringerius".
Beringer passò il resto della vita alla ricerca di tutte le copie dei suoi scritti con lo scopo di ritirarle dalla circolazione.


Un altro clamoroso falso, che suscitò molto scalpore e che coinvolse anche celebri scienziati come Woodward e Keith, è quello dell'uomo di Piltdown.

Nel 1911 a Piltdown, appunto, una cittadina del Sussex (Inghilterra), erano venuti alla luce i resti di un cranio umano composti da una porzione di mandibola con alcuni denti e vari frammenti della scatola cranica. Dopo molte polemiche, esami e controlli si scoperse che la mandibola era di uno scimpanzé, mentre la scatola cranica apparteneva ad un uomo moderno.
L'autore di questo falso, anche se molti si convinsero che fosse Sir Arthur Conan Doyle, l'inventore di Sherlock Holmes, non fu mai scoperto.

 

 

Più recentemente, circa una decina di anni fa, uno studioso del British Natural History Museum scoprì che uno dei più vecchi esempi conosciuti di una particolare specie di mosca simile alle attuali, fossilizzatosi nell'ambra del Baltico e gelosamente conservato come esempio di stabilità morfologica nel tempo, non era altro che un clamoroso falso.
Quell'insetto, inserito molto sapientemente nell'ambra da mani ignote, invece, non ha più di 150 anni.

 

Anche se ufficialmente non è catalogato come una vera e propria falsificazione, vale la pena di ricordare anche l'ultimo degli episodi, accaduto nel 1999 e nel quale è stata coinvolta anche la National Geographic Society.
Si tratta dell'Archaeoraptor liaoningensis, un dinosauro piumato, ossia l'anello di congiunzione tra dinosauri ed uccelli, ritrovato nella provincia cinese del Liaoning che sta restituendo molto materiale fossile eccezionale.
Purtoppo per i nomi prestigiosi coinvolti scientificamente, ma anche economicamente, ad un esame molto approfondito è emerso che la lastra era stata composta con pezzi appartenenti ad almeno due animali di specie ben diverse tra di loro.
Infatti, un pezzo contiene i resti del corpo di un uccello (comunque importante perché ancora sconosciuto), un altro la coda di un piccolo dinosauro carnivoro.

Oggigiorno si deve constatare, purtroppo, che la manipolazione dei fossili sta diventando sempre più frequente ed una forte percentuale di quelli in circolazione ha subito "migliorie" di vario tipo ed entità. Soprattutto quegli esemplari che hanno raggiunto valore commerciale elevato o che sono molto richiesti dal mercato.
Pure la "qualità" delle falsificazioni è andata via via migliorando nel tempo e, grazie anche alle tecnologie moderne che mettono a disposizione strumenti e materiali d'ogni tipo, diventa sempre più difficile scoprire, a prima vista, le imitazioni e le mistificazioni. In alcuni casi il falso raggiunge livelli "artistici" così elevati da trarre in inganno, ad un esame sommario, anche gli esperti.
Per falso s'intende, ovviamente, non solo il pezzo riprodotto più o meno fedelmente con materiali vari, ma anche il rifacimento o il ritocco di qualche parte che non sia segnalato, l'aggiunta di particolari estranei al fossile stesso, la ricomposizione in posizioni strane o comunque diverse dall'originale e così via.

Ci capita sempre più spesso e senza renderci conto di ammirare fossili manipolati anche nei musei e nelle mostre ufficiali. Ciò è dovuto ad un criterio espositivo dei nostri tempi che, a differenza di quello adottato fino agli anni '70-'80, ammette la ricostruzione delle parti non ritrovate con tecniche che nascondono tale fatto in ossequio ad una visibilità più gradevole e più completa del reperto.
Personalmente ritengo che, in ogni caso il pubblico dovrebbe essere edotto, altrimenti diventa troppo labile il confine tra vero e falso, tra credibilità della scienza e mistificazioni commerciali.

Quanto detto, visto con l'ottica del collezionismo, deve portare ad una riflessione: chi volesse aumentare la collezione personale con pezzi provenienti dalle varie parti del mondo, dovrà essere sempre molto cauto. In questo caso, prima di acquistare, sarà bene andare con i classici "piedi di piombo" soprattutto se il prezzo è elevato, se l'acquisto è fatto ad un mercatino da venditore che non dia piene garanzie, se il reperto è troppo perfetto, ecc. Si dovrà anche osservare bene che eventuali ritocchi o evidenziazioni, pur segnalate, non oltrepassino il limite del lecito.

Vediamo ora una breve rassegna delle manipolazioni più frequenti, dei soggetti più di sovente ritoccati e cerchiamo di individuare e smascherare i falsi.
Ai primi posti della graduatoria dei fossili più falsificati troviamo, senza dubbio, i Trilobiti, le Ammoniti ed i pesci. Seguono poi i crostacei, l'ambra e, via via, tutti gli altri.





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