L’areale della Vipera berus  o marasso è molto vario. Essa predilige i margini boschivi, tuttavia non è infrequente trovarla  anche in prossimità di stagni, lungo le rive dei torrenti e nelle torbiere alpine dove sicuramente abbondano le sue prede abituali.
Questo rettile ha un comportamento mite e tranquillo e se disturbato fugge immediatamente. Se non ha possibilità di fuga assume atteggiamenti difensivi spettacolari ergendosi e gonfiandosi per intimidire l’aggressore. Poi, in 1/40 di secondo, scatta e morde. Il suo veleno non è praticamente mai sufficiente (quantità iniettata con un solo morso) per uccidere un uomo adulto e sano.



L’ambiente di vita della Natrice dal collare (Natrix natrix ) è ovunque vi sia acqua, dal piano fino a 2.000 metri di altitudine e dunque troveremo anche questo rettile nelle torbiere.  La si riconosce  per una fascia  di colore giallo,  più o meno intenso, proprio dietro la testa.
È un’abile nuotatrice che si sposta con armoniose ondulazioni del corpo, tenendo la testa sempre sulla superficie dell’acqua. Se disturbata s’immerge rapidamente per poi riemergere più distante.

Si nutre di piccoli di tritone, rane, girini, pesci, piccoli roditori ed insetti.
L’atteggiamento di difesa è  simile a quello della Vipera, ma invece di mordere fa uscire dalla cloaca un liquido biancastro dall’odore nauseabondo.



Nelle torbiere alpine, dall’inizio della primavera, possiamo trovare ancora il tritone alpino (Triturus alpestris ) che, uscito dal suo nascondiglio invernale si prepara per la riproduzione riunendosi in numerosi gruppi d’ambo i sessi.

Anche la salamandra pezzata (Salamandra salamandra ) vive in prossimità dell’acqua, dove depone le uova e le larve trascorrono i primi stadi di vita. La possiamo trovare dalla zona collinare sino ai 1.800 metri di altitudine e riconoscerla dalle macchie gialle sulla pelle di colore scuro, quasi nero.

La salamandra nera (Salamandra atra ), invece, essendo vivipara, non ha bisogno dell’acqua. Pur tuttavia la troveremo nei boschi ombrosi e freschi perché ama gli ambienti umidi.

Anche fra i sauri esiste una specie vivipara, si tratta della Lucertola vivipara (Lacerta vivipara ) che ama gli ambienti umidi (dagli 800 ai 2.500 metri) e pertanto, non di rado, la si può incontrare nelle torbiere alpine.
La riconosceremo dal corpo tozzo con coda corta ed arrotondata.


La torbiera, come del resto qualsiasi pozza d’acqua, è l’ambiente ideale anche per gli anfibi che sul calar della sera rendono evidente la loro presenza con un gracidio pressoché continuo.
Fra questi, osservando con molta attenzione, potremo vedere il rospo comune (Bufo bufo ) perfettamente mimetizzato con il colore del terreno e la Rana temporaria che può vivere anche negli alpeggi più elevati, fino ai 2.600 metri di altitudine.




Dopo aver dedicato qualche ora all’osservazione dell’ambiente di torbiera ci si rende conto della sua importanza per lo sviluppo di tante, differenti, forme di vita, sia animale che vegetale.
Oggi, purtroppo le torbiere sono confinate in spazi sempre più angusti e geograficamente isolate da altre realtà similari.
Dal punto di vista naturalistico, sarebbe auspicabile il ripristino delle torbiere compromesse, a suo tempo, dalle bonifiche operate dall’uomo in modo da ridurre le distanze fra di esse e permettere quell’interscambio tra specie e specie necessario alla continuazione della vita.
Così facendo si potrebbe recuperare un importante patrimonio floro-faunistico estremamente delicato, ormai seriamente minacciato da un imminente pericolo di estinzione, in modo particolare per quanto riguarda il Veneto.





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