I FUNGHI DEL CADORE

(studio, ricerche, fotografie e disegni di )


I funghi sono organismi molto antichi, infatti, esistono testimonianze di funghi fossili già dal Carbonifero, un periodo dell'Era Primaria o Paleozoica, databile a circa 300 milioni di anni fa.
I reperti rinvenuti si riferiscono al genere Archagaricon e provengono da Northumberland (Inghilterra), sede di importanti giacimenti di carbone.
Anche l'Italia annovera una testimonianza del genere. Più precisamente in Veneto, nel giacimento di Chiavon (VI) appartenente al periodo Miocenico inferiore (circa 20 milioni di anni fa) è stato rinvenuto il primo esemplare, che si conosca, di Agaricus fossile.
Il fatto che dei funghi la cui struttura è estremamente inconsistente, si siano potuti fossilizzare è un evento eccezionale. Bisogna ricordare, infatti, che è estremamente improbabile che organismi privi di parti dure o scheletriche giungano sino a noi allo stato fossile poiché le parti molli sono rapidamente demolite dai processi di putrefazione.

Anche i funghi hanno subito una loro evoluzione come ogni altra forma di vita presente sul pianeta, un' evoluzione che ha permesso loro di adattarsi alle diverse condizioni climatiche presenti nei passati periodi geologici.
Allo stato attuale si ritiene che i funghi abbiano raggiunto l'apice della loro evoluzione.


L'interesse dell'uomo per queste piante risale a tempi antichissimi. Sappiamo che le loro straordinarie proprietà, sia commestibili sia tossiche, erano in parte conosciute anche dagli antichi cinesi, dai greci e dai romani. È noto a questo proposito che grazie a dei funghi velenosi, ne154 d.C., Agrippina si sbarazzò del marito, l'Imperatore Claudio, per facilitare l'ascesa al trono del figlio Nerone.

Il significato della parola "fungo" è purtroppo infausto: deriva dal latino funus-ago e vuol dire "portatore di morte".
Spetta al filosofo e naturalista persiano Avicenna (980-1037) l'aver descritto per primo, nelle sue opere in lingua araba, che i funghi con il cappello di colore verde o giallo-verde sono sicuramente mortali. Egli si riferiva senz'altro all'Amanita phalloides. Ignorava che altri funghi con il cappello verde sono eccellenti e commestibili, come per esempio la Russula virescens.
Tale colorazione è, naturalmente, dovuta a dei pigmenti che sono però chimicamente di natura diversa rispetto alla clorofilla.

Possiamo supporre ch,e dopo un inevitabile periodo di "apprendistato" in cui con ogni probabilità pagò lo scotto dell'inesperienza con decessi, coliche, indigestioni, l'uomo non solo riuscì a distinguere abbastanza bene le specie fungine mangerecce da quelle tossiche o soltanto indigeste, ma riuscì anche a coltivarne alcune.
Il medico greco Nicandro (II sec. d.C.) descrive un metodo per ottenere dei funghi, forse delle Psalliote, oggi conosciute come genere Agaricus, scavando delle buche ai piedi delle piante di fico e riempiendole con del letame. Anche il medico greco Dioscoride, vissuto nel I secolo d.C., ci descrive una tecnica per la coltivazione di un fungo allora ritenuto squisito, il pioppino (Agrocybe aegerita), apprezzato anche ai nostri giorni. Si tritava della corteccia di pioppo e la s'interrava su terreno ricco di sostanze organiche, in prossimità di alberi di pioppo.
Spettava poi al vento liberare e depositare le necessarie spore di alcuni funghi spontanei presenti nella zona ed era quindi sufficiente attendere alcuni mesi per poter raccogliere i primi funghi.
Anche Andrea Cesalpino, celebre medico aretino del millecinquecento, si prodigò alla coltivazione del pioppino, con un discreto successo e cercò di diffondere le sue conoscenze in diversi trattati. Fu il precursore della moderna micologia, in quanto stese per primo le basi per la loro classificazione.
Nello stesso periodo Andrea Mattioli, medico e naturalista senese, ci dà un' ampia panoramica dei funghi più comuni, illustrandoli nella sua opera più nota "Commentarii in sex libros Pedacii Dioscoridis "; tra l'altro ci fornisce questa descrizione in relazione alla loro tossicità ed è la più convincente prova di quanto cammino ancora si doveva fare nella conoscenza della biologia dei funghi: "Sono funghi di due specie, cioè buoni da mangiare e mortiferi. Le cause perché nascono velenosi sono molte, cioè quando nascono ove siano chiovi di ferro rugginosi o panni fradici o che appresso a qualche caverna di serpenti. Quelli che sono tali hanno sopra di loro una certa viscosità mollicchiosa e subito che sono raccolti si putrefano e s'infradiciscono ...... che mangiati nocciono e strangolino, quando non si possano digerire e generino quel morbo che si chiama colera".

Funghi assai apprezzati dagli antichi romani erano il Porcino (Boletus del gruppo edulis) e la squisita Amanita caesarea, al punto che il grande poeta Marziale cantava: "Ci vuoI poco a regalare oro e argento, della lana, o una toga; regalare dei boleti questo si che è difficile".
Attualmente buoni risultati si ottengono coltivando gli Agaricus, il Pleurotus ostreatus e l'Agrocybe aegerita, che si trovano comunemente in vendita in tutti i mercati ortofrutticoli.
Studi sulla coltivazione del più pregiato di tutti i funghi, il tartufo sono stati avviati in Francia ed in Italia; sembra che si sia imboccata la via buona, anche se è troppo presto per una parola definitiva in proposito.

Gli uomini non sono i soli a coltivare i funghi per uso alimentare; esistono due generi di formiche (Acromyrmex e Atta), proprie delle foreste sudamericane, che effettivamente coltivano il micelio di un particolare fungo, dal quale dipendono per la loro stessa sopravvivenza. Vengono chiamate "Formiche taglia-foglie o formiche porta-ombrello". Costituiscono delle società popolatissime a volte con oltre 500 mila individui e sono in grado di scavare dei profondi nidi nel terreno, eccezionalmente grandi, con migliaia di celle da cui escono interminabili file d'operaie che si arrampicano sugli alberi alla ricerca delle foglie più tenere che tagliuzzano con le forti mandibole, portandone poi i frammenti a nido. Questi sono ulteriormente sminuzzati e vanno a formare il substrato della fungaia dove crescono i funghi.



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