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       La 
        preparazione di un campione di sabbia per l'osservazione consiste essenzialmente 
        in tre semplici operazioni: lavaggio, campionatura e setacciatura. La 
        prima operazione è, generalmente, indispensabile, mentre le altre due 
        sono facoltative.  
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    | Il lavaggio serve 
      per eliminare eventuale presenza di argilla e polvere che renderebbero difficoltosa 
      l'osservazione al microscopio. Il lavaggio può essere eseguito molto semplicemente 
      introducendo il campione in un recipiente sufficientemente grande (p. es. 
      un bicchiere di vetro da laboratorio) che va, poi, riempito di acqua. Si 
      agita con una bacchetta di vetro e si elimina piano piano l'acqua contenente 
      le particelle più leggere. Questa operazione deve essere ripetuta parecchie 
      volte.  | 
  
   
    |  In alternativa si 
      può mettere il campione su un setaccio di 0,05 millimetri ed eliminare argilla 
      e polvere (che hanno dimensioni inferiori) sotto un getto d'acqua. Ovviamente, 
      dopo l'operazione di lavaggio il campione andrà lasciato essiccare. Dopo 
      essiccazione una parte del campione potrà venire setacciato per preparare 
      le varie frazioni che potranno così, essendo composte da elementi di dimensioni 
      abbastanza omogenee, essere più agevolmente osservate al microscopio. 
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    | Le due operazioni 
      di lavaggio e setacciatura possono essere eseguite anche in un solo passaggio 
      disponendo i setacci in pila secondo la serie decrescente (quello a maglie 
      più grosse in alto), mettendo un'aliquota del campione sul primo ed effettuando 
      il lavaggio sotto un getto d'acqua. | 
  
   
    | Una parte del campione 
      lavato andrà ad incrementare la collezione. Prima, però, bisognerà ripristinare 
      la composizione originaria della sabbia che, con il lavaggio, ha subito 
      un rimaneggiamento. | 
  
   
    | Il ripristino della 
      composizione originaria viene effettuato, molto semplicemente, con un'operazione 
      di campionatura denominata inquartamento, procedendo come segue: | 
  
   
    | · tutta la sabbia, 
      lavata e seccata, viene versata su un foglio di carta, sufficientemente 
      grande, a formare un cono, | 
  
   
    | · si divide questo 
      cono in quattro parti uguali e si prelevano due parti opposte, | 
  
   
    | · con la quantità 
      prelevata si forma un altro cono, lo si divide ancora in quattro parti e 
      se ne prelevano di nuovo due opposte. | 
  
   
    | Questa operazione 
      va ripetuta almeno tre o quattro volte e comunque fino ad ottenere la quantità 
      desiderata per la raccolta e per eventuali scambi. | 
  
   
    | L'osservazione del 
      campione è senz'altro la parte più interessante e piacevole, ma quali sono 
      gli elementi caratteristici da considerare ? | 
  
   
    | Per l'amatore, date 
      le modeste possibilità di mezzi ed apparecchiature per effettuare analisi 
      particolari, sarà sufficiente un esame visivo semplice per la determinazione 
      del colore e dell'aspetto generale del campione. Sarà poi interessante scoprire, 
      con l'analisi al microscopio, il colore, la forma e lo stato della superficie 
      dei singoli granuli, la presenza di conchiglie di organismi attuali o fossili, 
      ecc.  | 
  
   
    | Il colore e la lucentezza 
      possono dare buone indicazioni per il riconoscimento dei minerali presenti 
      nel nostro campione. Ad esempio grani incolori o bianchi lattiginosi faranno 
      pensare al quarzo, un colore azzurro ci orienterà verso l'azzurrite ed un 
      bel verde giallo, soprattutto in sabbie di origine vulcanica, sarà facilmente 
      dovuto a olivina. | 
  
   
    | Peraltro una lucentezza 
      metallica indicherà la presenza di metalli nativi e solfuri, mentre una 
      vetrosa potrà essere data da fluorite, quarzo, ecc.  | 
  
   
    | Anche la forma può 
      dare indicazioni molto importanti sia per tracciare la storia del singolo 
      elemento che per la determinazione qualitativa, sia esso un minerale od 
      un resto organico. | 
  
   
    | Ricorderemo quindi 
      che la calcite presenta cristalli romboedrici, il granato forma dei dodecaedri, 
      la magnetite degli ottaedri, ecc. | 
  
   
    | Considereremo, però 
      anche il tipo di frattura, l'arrotondamento degli spigoli distinguendo quello 
      dovuto al trasporto (acqua, vento) da quello originario (come per esempio 
      quello delle sferule oolitiche o degli scheletri di alcuni microorganismi 
      marini). | 
  
   
    | Pure l'esame sotto 
      la luce ultravioletta, a lunghezza d'onda corta (UVC = 2540 Angström) e 
      lunga (UVL = 3650 Å), può aiutare nel riconoscimento dei minerali, ma può 
      mettere in evidenza anche tracce di colore, ormai scomparso, delle conchiclie, 
      siano esse recenti o fossili. | 
  
   
    | Una semplice calamita 
      potrà aiutarci, invece, nell'individuare dei minerali magnetici (o meglio 
      ferromagnetici) quali ferro meteorico o di altra origine, magnetite, ferroplatino, 
      pirrotina, ecc. | 
  
   
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    | Per quanto riguarda 
      conchiglie e fossili, l'esame morfologico ci mette in grado di fare, subito, 
      solamente una classificazione di carattere generale, infatti, risulterà 
      molto semplice distinguere lamellibranchi, gasteropodi, foraminiferi, briozoi, 
      coralli, ostracodi, ecc | 
  
   
    | Una classificazione 
      più approfondita, il più delle volte, potrà risultare molto ardua ed anche 
      impossibile. |