RACCOGLIERE ROCCE
Ma perché una persona
dovrebbe mettersi a collezionare sassi? E perché allora c'è
qualcuno che colleziona scatolette di fiammiferi, tappi di bottiglie
di succhi di frutta, biglietti dei trasporti urbani, lattine di birra
e così via?
Sono forse meno "matti" i secondi?
No, non sono matti né i primi né i secondi. Sono solo
aspetti diversi della passione di raccogliere ed esibire che è
insita in ognuno di noi. Del resto vi sono esempi di collezionismo già
nell'uomo primitivo.
Ogni collezionista ha sicuramente almeno un motivo valido per giustificare
la sua passione. Importante è che il collezionare non sia solo
uno sterile accaparramento di oggetti, ma che sia accompagnata dalla
curiosità del sapere e dalla raccolta di tutte quelle notizie
e quei dati utili a renderla culturalmente valida.
Collezionare sassi o, per dire più correttamente, dei campioni
di rocce sarà un modo per analizzare e capire, anche se magari
solo superficialmente, la storia della Terra e delle zone di raccolta,
i campi di utilizzazione da parte dell'uomo, aspetti della vita del
passato, ecc.
Comunque, anche
senza approfondire molto le conoscenze scientifiche, si potrà raccogliere
del materiale sviluppando, per esempio, delle tematiche particolari,
quali quella degli aspetti cromatici dei marmi, oppure quella riguardante
le rocce di una paricolare zona, o ancora quella relativa a rocce di
un'unità geologica, o anche quella imperniata sulla raccolta
dei semplici ciottoli trasportati da qualche torrente e così
via.
In Cina, ad esempio, fino dal 2000 a.C. ed in Giappone dal VI secolo
d.C. si collezionavano e contemplavano pietre rare per forma e colore
e da qualche anno l'arte del "suiseki", le pietre paesaggio,
si sta diffondendo anche da noi.
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( da BONSAI & NEWS, modificato
- per gentile concessione di CRESPI Ed., Milano)
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Lasciamo ad altri i suiseki
e ritorniamo alle "nostre" rocce.
Non vogliamo qui ripetere quanto si trova già ben esposto, con
schede appropriate, in molti libri di facile reperimento. Vogliamo solo
dare alcuni consigli e qualche idea che potranno tornare utili ai principianti.
Tralasciamo per ora di occuparci della collezione di minerali e prendiamo
in considerazione le rocce.
I pezzi che andranno a formare la nostra collezione potremmo anche acquistarli
in negozi specializzati o nelle varie borse-mercato che ormai da anni
si susseguono in molte parti d'Italia e all'estero, tuttavia noi ci
ripromettiamo di andare a raccoglierli con le nostre mani.
Prima di incominciate, comunque, dobbiamo organizzarci decidendo dove
andare, preparando l'attrezzatura necessaria per la raccolta e chiedendo
alle Autorità competenti, qualora necessari, i permessi per l'estrazione
e la raccolta.
DOVE ANDARE
Dove andare? Primo problema.
In mancanza di indicazioni precise su luoghi già conosciuti, le zone
migliori da esplorare sono, escludendo in buona parte la pianura, le
colline e le montagne soprattutto in quei luoghi dove, per cause naturali
o ad opera dell'uomo, sono state messe in luce di recente delle zone
di terreno precedentemente ricoperto da vegetazione o da altra terra.
Perciò saranno da osservare con particolare attenzione, le rive dei
torrenti, le zone messe a nudo da frane e smottamenti e quelle risultanti
da lavori stradali o di altra natura, le cave (ed i loro dintorni dove
generalmente viene scaricato il materiale di scarto dell'estrazione)
e gli scavi in genere, i ghiaioni e così via. Bisogna ricordarsi sempre
che prima di entrare nelle cave attive è d'obbligo farsi rilasciare
l'autorizzazione.
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foto: GIOVANNI SCARPA
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foto: PAOLO SCARPA
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Due classiche zone di ricerca: una frana ed
una cava
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Quando avremo deciso dove
andare, sarà bene prima di tutto informarsi sull'esistenza di eventuali
norme regionali, provinciali o comunali di tutela del territorio e chiedere
i permessi necessari alle competenti Autorità, appoggiandosi possibilmente
a qualche Ente o Gruppo di quella zona. Occorrerà quindi studiare bene
il luogo prescelto con l'ausilio di una carta geologica e di una topografica
con scala 1:50.000 o meglio 1:25.000; all'occorrenza faremo degli schizzi
ed infine prepareremo gli attrezzi necessari.
ATTREZZATURA PER LA RACCOLTA
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Non occorre fare lunghe disquisizioni
sull'attrezzatura necessaria per la raccolta: essa deve essere essenziale,
poco ingombrante e leggera (ricorda: sulla strada del ritorno il suo
peso si aggiungerà a quello del materiale raccolto). L'equipaggiamento
base è essenzialmente costituito da un martello, uno scalpello, un coltello
a lama robusta e materiale da imballo per il trasporto dei campioni.
Comunque, oltre all'essenziale, potrà tornare vantaggioso procurarsi
anche degli altri attrezzi che sicuramente si riveleranno utili in più
di qualche occasione. Vediamo quindi di quale armamentario dovremo fornirci.
ATTENZIONE: Le dimensioni ed il peso dei singoli
attrezzi dovranno comunque essere rispondenti a quanto prescritto da
eventuali leggi locali vigenti in materia !
Vediamo ora in breve l'attrezzatura base per la raccolta.
MARTELLI
Non c'è un martello particolare da acquistare. Uno qualsiasi
potrà andar bene basta che il suo peso sia proporzionato al tipo
ed alla durezza e consistenza della roccia da rompere.
Il martello da geologo o di tipo americano, tutto sommato, oltre ad
essere piuttosto costoso non è di molto aiuto e comunque può
essere egregiamente sostituito con un martello da muratori, con le due
lame a 90° fra di loro, che potrà servire egregiamente per
piccoli scavi..
Un mazzuolo, invece, con peso tra gli 800 ed i 1000 grammi, si rivelerà
ottimale in quasi tutte le occasioni.
Per i nostri scopi, comunque, è sufficiente anche un comune martello
da meccanico dello stesso peso.
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Martello da geologo
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Mazzuolo
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Martello da muratore
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SCALPELLI
Possono essere sufficienti due scalpelli: uno a punta ed uno a lama
di lunghezza tra i 20 ed i 30 centimetri.
Comunque ci si potrà procurare anche qualche scalpello di misura
inferiore da usare su pezzi di roccia di dimensioni ridotte.
Non bisogna dimenticare di fornirsi di paracolpi da applicare (va semplicemente
infilato) agli scalpelli. Eviteremo di prendere qualche martellata e
le sue dolorose conseguenze.
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Scalpello a lama e a punta
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Paracolpi
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PALA
Potrà essere di utilità portare con noi anche una piccola
pala, di quelle pieghevoli da campeggio, nel caso dovessimo fare uno
scavo o spostare del materiale.
COLTELLO
Per il nostro uso non sono necessari coltelli da corso di sopravivenza
e nemmeno costosissimi coltellini tuttofare svizzeri. Sarà sufficiente
un comune coltellino tascabile che, tanto, servirà solo per asportare
eventuale terriccio dai campioni.
PENNELLO
Un pennello morbido acquistato per pochi soldi o anche di recupero andrà
benissimo per togliere sommariamente dal campione residui di terriccio
e polvere prodotta durante la fase di martellatura.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
SUGLI ATTREZZI
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Come già detto gli attrezzi dovranno avere sempre pesi e dimensioni
consentiti dalla legge !
I martelli, le mazze, ecc. dovranno essere immanicati solidamente
sia per avere una buona solidità che per evitare spiacevoli e
pericolosi incidenti in seguito allo sfilamento durante l'uso.
Perciò, prima di ogni uscita, sarà utile accertarsi dell'efficienza
degli attrezzi in questione.
Per sicurezza si potrà immergere in acqua gli attrezzi aventi
il manico di legno mantenendoveli per qualche ora in modo
da permettere al legno stesso di ingrossarsi e quindi aderire
maggiormente alla parte metallica.
Gli scalpelli dovranno essere di acciaio di buona qualità, ma
non troppo temprati perché in questo caso, se usati su roccia
dura, può essere sufficiente un colpo mal dato per spezzare la
punta compromettendo così l'efficienza dello strumento non senza
pericolo che qualche scheggia possa anche colpire noi o qualche
compagno di ricerca con conseguenze spiacevoli. Eventuali sbavature
pericolose andranno tolte prima del nuovo utilizzo.
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ZAINO
Non serve che lo zaino sia firmato poiché non andremo ad una
sfilata di moda, ma a raccogliere "sassi".
Sarà più che sufficiente avere un comune sacco da montagna
o anche uno zaino militare oppure una robusta sacca o borsa a tracolla.
Invece sarebbe utile che lo zaino avesse il telaio poggaschiena.
Nello zaino metteremo:
- il martello,
- gli scalpelli,
- la pala,
- il coltello,
- un pennello,
- l'elmetto,
- i guanti di cuoio,
- gli occhiali paraschegge,
- qualche vecchio giornale,
- qualche straccio,
- alcune scatolette,
- l'occorrente per prendere appunti,
- i permessi, se necessari,
- la carta topografica ed eventualmente una bussola,
- la valigetta del pronto soccorso,
- una mantellina impermeabile,
- il cibo e non dimenticheremo assolutamente l'acqua.
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QUALCHE NOTA DI
ANTINFORTUNISTICA
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Sarà
buona norma abituarsi a preparare e portare con sé, oltre
alla normale attrezzatura, anche una cassetta di pronto
soccorso contenente disinfettante, qualche cerotto, una
benda, una pomata per le distorsioni e siero antiofidico
perché le martellate sulle dita sono, purtroppo molto frequenti
e chi va in montagna, in luoghi non molto frequentati, può
facilmente incontrare qualche vipera.
Sarebbe anche opportuno effettuare una vaccinazione antitetanica.
Per quanto riguarda l'abbigliamento esso dovrà essere sobrio
ed adeguato ai luoghi ed alla stagione: pantaloni lunghi
(sempre), giacca a vento, maglione, calze di lana, scarpe
da ginnastica, pedule o scarponi da montagna, berretto.
Il tutto riposto in uno zaino comodo e robusto sistemato
saldamente sulle spalle in modo che non batta sulle reni
durante gli spostamenti e non sia causa di sbilanciamento
del corpo in discesa o durante qualche piccolo sobbalzo.
Gli attrezzi debbono essere sistemati nello zaino in modo
tale da evitare che, nel malaugurato caso di una caduta,
possano essere causa di ferite al corpo.
Camminando con attrezzi appuntiti in mano si dovrà aver
cura di rivolgere la punta in avanti.
Se si decide di andare in posti isolati (in pratica sempre
!) ci si dovrà premunire di cibo e soprattutto di acqua;
sarà bene anche avvisare qualcuno del percorso che si intenderà
fare e poi seguirlo senza deviare per nessun motivo ! In
questo caso, però, è sconsigliabile andare da soli, meglio
organizzare una gita in compagnia: sarà più sicura ed anche
più piacevole.
Entrando nelle cave ci si dovrà accertare che non siano
in attività, in questo caso si dovrà sempre chiedere il
permesso e poi sistemarsi il più lontano possibile dai lavori.
Sulle discariche, sulle pietraie e sui ghiaioni si dovrà
essere sempre estremamente prudenti ed accertarsi con il
piede che l'appoggio sia sicuro; si farà attenzione ai massi
ed ai sassi in bilico in modo da non farli ruzzolare su
chi ci è sotto e se ciò dovesse malauguratamente succedere
si dovrà avvertire prontamente ad alta voce.
Estrema prudenza ed attenzione si dovrà usare anche entrando
in buche risultanti da scavi precedenti ed in vecchie gallerie,
anzi, queste sarebbero proprio da evitare, come sarà bene
evitare di mettersi sotto a pareti a strapiombo (anche se
muniti di elmetto), sul ciglio di dirupi ed altri posti
pericolosi.
Effettuando ricerche sul greto di torrenti di montagna sarà
bene assicurarsi che non vi siano chiuse di impianti idroelettrici
che potrebbero essere aperte all'improvviso con conseguente
ondata di piena e pericolo per l'incolumità personale.
Infine, in caso di temporale improvviso si dovrà evitare
di ripararsi sotto un albero singolo o un gruppetto di alberi
per evitare le possibili conseguenze dovute alla caduta
di un fulmine. In mezzo ad un bosco non ci saranno invece
grossi pericoli.
Sarebbe consigliabile non stare in piedi, ma distendersi
e, nel caso ci si debba muovere, evitare assolutamente di
correre, ma spostarsi a passi molto piccoli.
Sarà anche bene evitare di andare a ripararsi in costruzioni
pericolanti, in vecchie gallerie ed in tutti quei posti
che potrebbero, proprio a causa del temporale, diventare
potenzialmente pericolosi.
Soprattutto non dovrà essere dimenticato
a casa il BUONSENSO !
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ELMETTO
Sarebbe bene evitare tutti
quei posti che possono richiedere l'uso di un elmetto per proteggere
la testa. Tuttavia, poiché alle volte è bene avere la
testa coperta e protetta, anche al di fuori di posti con possibili cadute
di materiale dall'alto, procuriamoci anche un elmetto.
Se ne trovano, per pochi euro, in tutti i negozi che trattano materiale
antinfortunistico.
Ve ne sono di varie fogge e di vari colori.
GUANTI
Dovremo imparare ad usare
sempre i guanti. Ridurremo quantomeno gli effetti di qualche colpo maldestro
ed eviteremo tagli ed abrasioni sicuramente frequenti quando si maneggiano
le rocce.
I guanti dovranno essere di cuoio morbido, comodi per evitare che l'uso
prolungato provochi la formazione di vesciche sulle mani.
OCCHIALI
Anche l'uso degli occhiali paraschegge è tassativo. Vi sono vari
tipi che possono essere utilizzati: quelli da saldatore, naturalmente
con i vetri bianchi, quelli usati dai meccanici per lavorare alla mola
e dai chimici in laboratorio, quelli di plastica incolore antiappannante
tipo motociclista o sciatore e quelli con visiera integrale.
Quelli più sicuri e quindi preferibili sono gli integrali perché
proteggono gli occhi anche lateralmente, inoltre sono adatti anche per
i portatori di occhiali poiché sono sufficientemente grandi da
contenerli.
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da saldatore
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da meccanico
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da chimico
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a visiera integrale
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Vari tipi di occhiali paraschegge
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MATERIALE DA IMBALLO
Per il trasporto dei campioni raccolti non necessitano materiali particolari.
Ci forniremo di una sufficiente quantità di vecchi giornali quotidiani
che useremo per incartare i pezzi di roccia in modo che non vengano
a contatto diretto gli uni con gli altri.
Allo stesso modo potremo usare degli stracci, tuttavia il miglior materiale
da imballo resta la carta da giornale purché non sia quella patinata
dei settimanali e delle riviste.
I campioni più piccoli potremo riporli in scatolette di plastica
o di cartone che avremo recuperato in vario modo.
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