LA RACCOLTA

Non ci sono tecniche particolari per la raccolta delle rocce, come possono invece esserci per quella dei fossili.
Basta infatti rompere, con il martello o con martello e scalpello, un pezzo della roccia che ci interessa (di dimensioni leggermente maggiori di quelle che abbiamo deciso di adottare per la collezione) e portarlo a casa.
Bisogna tener presente, comunque che nel caso di rocce magmatiche a tessitura omogenea come graniti, basalti, dioriti, ecc., sarà più conveniente cercare di staccare uno spigolo con una martellata secca piuttosto che cercare di toglierne un pezzo con martello e scalpello.
Avendo di fronte delle rocce scistose, il compito sarà facilitato e con l'ausilio di uno scalpello a lama, infilato parallelamente alla scistosità e qualche colpo di martello, ben presto si staccherà una bella fetta che poi ridurremo di dimensioni.
Le rocce sedimentarie compatte vanno trattate allo stesso modo di quelle magmatiche, mentre per quelle poco coerenti sarà, in genere, sufficiente qualche colpo con il martello da muratore per staccare un blocco sufficiente a soddisfare le nostre esigenze.

Infine, possono tornare utili alcuni consigli pratici.
Per prima cosa ricordiamo che una collezione è bella ed interessante principalmente per il suo contenuto culturale e non per la grandezza dei pezzi in esposizione.

Pertanto, limitiamoci a raccogliere campioni di dimensioni piuttosto ridotte: così facendo appesantiremo poco lo zaino ed avremo modo, nel sempre limitato spazio disponibile in una casa, di esporre più pezzi.
Per seconda cosa teniamo presente che non serve riempire lo zaino con decine di pezzi della stessa roccia, tanto, in collezione ne esporremo uno. Tuttavia qualche doppione potrà far comodo per eventuali scambi con altri collezionisti.
Terza cosa, ma molto importante, è prendere l'abitudine di scrivere subito su di un cartellino (o anche su di un semplice pezzetto di carta) le notizie inerenti il campione raccolto quali luogo di estrazione, eventuale posizione dello strato, qualche punto di riferimento, data di raccolta, ecc.


Il cartellino andrà poi incartato assieme al pezzo di roccia e tenuto assieme fino a che non avremo contraddistinto e catalogato in modo definitivo il nostro nuovo campione.
Questa abitudine eviterà di fare confusione a casa, soprattutto se in quella giornata avremo visitato diversi posti e raccolto campioni simili.
È molto più facile e frequente di quel che si può credere, soprattutto se dalla raccolta alla preparazione per l'esposizione sarà passato del tempo, fare errori di questo tipo ed è un vero peccato perché un campione con dati sbagliati o senza riferimenti precisi perde ogni valore; considerata anche la fatica fatta (e la spesa) per procurarci quel pezzo ....


IL LABORATORIO

Ritornati in laboratorio dopo una giornata di ricerche e tirati fuori i vari pezzi dai rispettivi imballaggi, si potrà iniziare la pulizia vera e propria e la preparazione per la catalogazione e l'esposizione.

Il laboratorio dovrebbe essere attrezzato in modo da permettere di superare qualsiasi difficoltà. Ovviamente non tutti i dilettanti possono permettersi una stanza dedicata alla propria attività hobbystica, anzi, quasi sempre lo spazio a disposizione per i più è molto esiguo e di conseguenza anche l'attrezzatura deve essere ridotta all'osso.
In ogni caso non dovrebbe mancare (alcuni attrezzi fanno già parte dell'occorrente per la raccolta) quanto segue:

· un tavolo da lavoro,
· una morsa,
· un paio di martelli di piccole dimensioni,
· alcuni scalpelli di piccole dimensioni, a lama ed a punta,
· una mola,
· bacinelle e recipienti vari,
· qualche vecchio spazzolino da denti ed uno per unghie,
· qualche pennello,
· acido cloridrico (o muriatico),
· consolidanti, collanti e cere di protezione.
· guanti di gomma,
· guanti di cuoio,
· occhiali paraschegge,

Analizziamo rapidamente l'attrezzatura di cui dovrebbe essere dotato il nostro laboratorio.

TAVOLO
Il tavolo da lavoro può essere un qualsiasi vecchio tavolo, purché sia discretamente robusto. I cassetti, se presenti, possono tornare utili per riporre ordinatamente alcuni attrezzi come pennelli, spazzolini, ecc.


MORSA
La morsa è necessaria sia per ridurre le dimensioni dei pezzi che per tenerli fermi nel caso ci sia da fare qualche operazione particolare.
Sarebbe molto più vantaggioso essere in possesso di un bilanciere, ma questa è un attrezzo molto costoso anche se di dimensioni ridotte ed operante con leva (come quello illustrato sotto) invece che con vite come nella versione classica.
Questo strumento è molto importante per la lavorazione finale dei campioni poiché evita di sottoporre il pezzo alle continue vibrazioni provocate dai colpi di martello. Le vibrazioni sono pericolose perché si propagano in tutto il pezzo e possono mettere a repentaglio l'integrità di strutture delicate come cristalli e fossili eventualmente presenti.

Morsa da banco
Bilancere


MARTELLI
Le dimensioni degli attrezzi usati in laboratorio sono, ovviamente, piuttosto ridotte rispetto agli analoghi impiegati per l'estrazione e la raccolta.
Per quanto riguarda i martelli, andranno sicuramente bene anche quelli casalinghi e sarà sufficiente averne due: uno intorno ai 200 g ed uno sui 400 g.

Martello tedesco
Martello hobby


SCALPELLI
Anche per gli scalpelli vale il discorso fatto per i martelli. In laboratorio gli scalpelli servono unicamente per togliere piccole irregolarità e per "aggiustare" la forma del campione, pertanto, saranno più utili gli scalpelli a lama di quelli a punta.
Saranno sufficienti due scalpelli con lama da 5 e da 10 mm.


MOLA
Non è uno strumento assolutamente necessario, tuttavia, averlo in casa a portata di mano ci potrà evitare notevoli perdite di tempo (e forse anche di denaro) nel caso di una rottura improvvisa di uno scalpello e quando sarà necessaria l'affilatura.
Oggigiorno non vi sono più arrotini in giro ed andare a chiedere abbastanza spesso a qualche conoscente (magari in autofficina), di farci queste operazioni può risultare piuttosto antipatico.
Per contro una piccola mola la si trova facilmente, per somme molto basse, anche nei supermercati. Basta avere il posto dove piazzarla e, soprattutto usarla con attenzione e prudenza.


BACINELLE
Qualche bacinella di plastica (anche di recupero) di dimensioni varie sarà più che sufficiente per le operazioni di lavaggio e quelle eventuali di acidatura.


SPAZZOLINI
Dei vecchi spazzolini da denti e da unghie serviranno egregiamente, assieme all'acqua, per pulire bene dal fango e dalla polvere i nostri pezzi.

Spazzolino da denti
Spazzolino da unghie


PENNELLI
Qualche pennello potrà risultare utile nelle fasi di lavaggio o di acidatura.
Qualche altro servirà per dare la soluzione di consolidante sulle rocce friabili o poco coerenti.


ACIDI
In realtà l'acidatura è un'operazione che viene impiegata abbastanza spesso per evidenziare dei cristalli di minerale non corrodibile immersi in carbonato e soltanto raramente per pulire un pezzo di roccia.
Alle volte, comunque, si può rendere necessario il trattamento della roccia con acido cloridrico.
Questo trattamento, ad esempio, può servire per eliminare del calcare che incrosta parte di una roccia silicatica.


CONSOLIDANTI
I consolidanti possono essere considerati come la prima linea di difesa contro il deterioramento, nel tempo, di tutti quei reperti che a causa del basso grado di mineralizzazione o perché in parte già degradati dagli agenti atmosferici arrischiano lo sbriciolamento completo.
Un consolidante non è altro che una resina, generalmente vinilico o acrilica, disciolta in un solvente. I solventi più comuni sono acqua, acetone, alcol e solventi organici vari. In commercio si possono trovare sia sotto forma di resina solida pura che di soluzione o emulsione pronta all'uso.
I più comunemente usati sono i polivinilacetati, quali il Vinavil®, che è generalmente disponibile in solvente acquoso o il K 40 Mowilit® in solvente organico e le resine acriliche come il Paraloid B 72®, della Rhom & Hass, che si acquista sotto forma di granuli ed è solubile in molti solventi organici, come per esempio quello alla nitrocellulosa, acetone, 1,1,1-tricloroetano, ecc. Quest'ultimo, impiegato anche come diluente per i correttori liquidi per dattilografia, è da preferire in quanto sembra non sviluppi vapori pericolosi o infiammabili.
Attualmente il più usato è il Paraloid B 72® e a noi potrà servire per consolidare i campioni di rocce poco coerenti.

Granuli di resina acrilica
Polivinilacetato


COLLANTI
Un adesivo è una sostanza che presenta una grande forza di coesione tra le molecole di materia che lo compongono.
La chimica e la tecnologia moderne hanno affiancato alle sostanze naturali, conosciute ed utilizzate per il passato, una grande quantità di prodotti specifici per tutte le esigenze.
Tuttavia, mentre in paleontologia l'uso del collante è necessario piuttosto spesso perché i reperti non sono ripetibili, nel nostro caso vi saranno poche occasioni di incollare dei campioni rotti.
Potremo utilizzare, con le dovute cautele, delle resine cianoacriliche oppure epossidiche che danno cementazione permanente e rapida.
In ogni caso sarà opportuno, non appena possibile, sostituire il pezzo con uno integro.

Colla epossidica a due componenti
Colla cianoacrilica


CERE
La comune cera per pavimenti o quella di tipo trasparente per scarpe sono degli ottimi prodotti di "bellezza" per molti dei nostri campioni.
Un leggero strato di cera, infatti, è in grado di ravvivare colori e struttura delle superfici, specialmente se già lucidate meccanicamente.
Inoltre, la cera svolge anche un'azione protettiva.


GUANTI
Per le operazioni di sgrossatura del pezzo e di pulitura meccanica useremo i guanti di cuoio.
Invece, per proteggere le mani durante le operazioni di lavaggio ed eventuale acidatura useremo guanti di gomma per chimici od anche quelli casalinghi in lattice, che tuttavia sono meno resistenti.

Guanti di cuoio
Guanti di lattice


OCCHIALI
Anche in laboratorio l'uso degli occhiali paraschegge è tassativo.
Ripetiamo che quelli più sicuri e quindi preferibili sono gli integrali perché proteggono gli occhi, da schegge e spruzzi, anche lateralmente, cosa non certamente trascurabile.



QUALCHE NOTA DI ANTINFORTUNISTICA

Gli utensili e l'attrezzatura in genere dovranno essere tenuti sempre puliti ed in ordine.

Anche in laboratorio useremo sempre guanti ed occhiali perché, sebbene gli attrezzi siano di dimensioni ridotte, possono far male ugualmente.

Durante il lavoro alla mola dovremo indossare guanti di cuoio per non scottarci le mani. Infatti, dopo un po', anche se bagnato regolarmente, l'utensile che stiamo affilando si riscalda fortemente.
Sarà anche assolutamente indispensabile usare gli occhiali protettivi perché l'abrasione del metallo produce una miriade di piccole schegge che possono facilmente penetrare negli occhi con possibili conseguenze anche molto gravi.

Usando le soluzioni di acido, indosseremo sempre i guanti di gomma ed occhiali di protezione.
La diluizione dell'acido va fatta sempre all'aperto, con molta cautela, versando lentamente l'acido nell'acqua, mai viceversa (durante la diluizione avviene una reazione esotermica che diventa violenta e provoca spruzzi se si opera in modo sbagliato).

Le colle cianoacriliche dovranno essere usate sempre con la massima attenzione. Le dita incollate con queste colle possono essere staccate solo con il bisturi!

Collanti, cere e consolidanti dovranno essere sempre ben chiusi. E sempre ben chiusi dovranno essere anche i contenitori degli acidi, anzi, per sicurezza, sotto ogni singolo contenitore dovrà essere inserita una vaschetta di materiale resistente e di capacità tale da trattenere tutto il liquido in caso di rottura accidentale del contenitore.

Naturalmente, tutta l'attrezzatura dovrà essere tenuta fuori dalla portata dei bambini.

Infine, ripetiamo ancora che non ci si dovrà mai dimenticare, neanche in laboratorio di usare il buon senso e di indossare ed utilizzare, prima di accingersi a qualsiasi operazione, tutti i mezzi utili ad evitare incidenti e ferite varie.

 

 




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