LA CLASSIFICAZIONE

Il nostro campione di roccia, pulito ed eventualmente restaurato, per non rimanere soltanto un oggetto ornamentale dovrà essere collocato in un contesto che ci consenta di descriverlo assieme al suo contorno. Per fare ciò dovremo dargli un nome. Bisognerà, in altre parole, cercare di classificarlo il più correttamente possibile, cosa non sempre facile per il dilettante.
Per questo motivo, inizialmente, ci accontenteremo di una classificazione a livello piuttosto basso. In seguito, quando avremo acquisito esperienza e magari con l'aiuto di qualche esperto, potremo sempre approfondire le nostre conoscenze.

Per una discreta classificazione di una roccia occorrerebbero conoscenze ed apparecchiature che il neofita, all'inizio della sua attività, difficilmente può avere. Pertanto, lasceremo da parte microscopi, sezioni sottili e loro preparazione ed altri metodi diagnostici più complessi, specialistici e costosi.
Le nostre determinazioni iniziali verranno perciò effettuate sulla base dello studio geologico preliminare che avremo fatto prima di recarci a raccogliere i campioni e sul confronto con campioni illustrati sui libri dedicati (ne esistono molti, a tutti i livelli e per tutte le tasche).

Ecco, come esempio, alcuni dei molti libri che si possono trovare in commercio

Un confronto molto utile sarà quello che potremo fare con campioni di collezioni di sicura classificazione come quelle dei Musei e di molti Gruppi di appassionati.


LA CATALOGAZIONE

La catalogazione si effettua registrando il nome della roccia accoppiato ad un numero che verrà scritto sul campione stesso e che lo distinguerà, da quel momento da tutti gli altri.
Anzi, sarà meglio prepararne due di registri. Sul primo andranno annotati tutti i dati e le notizie utili riguardanti il posto del ritrovamento quali:
- una cartina topografica riportante il percorso da seguire,
- fotografie sia del luogo che del giacimento in particolare,
- appunti sul tipo di roccia come per esempio l'altezza dello strato, la giacitura, il tipo di strati sottostanti e soprastanti,
- osservazioni personali ritenute utili,
- eventuale bibliografia riguardante quel giacimento.

Potrà essere utile anche compilare una lista dei campioni ritrovati in un dato luogo con il relativo numero di catalogazione assegnato. Questa lista dovrà poi essere aggiornata ad ogni nuovo ritrovamento relativo a quel sito e potrà essere utile per uno studio più approfondito della geologia di quell'ambiente.

Sul secondo registro andrà fatta una vera e propria schedatura pezzo per pezzo.
Ogni pagina sarà una scheda e su ogni scheda verranno annotati, se conosciuti, tutti i dati relativi al singolo campione, come per esempio:
- il numero di catalogazione,
- la denominazione del campione,
- il luogo del ritrovamento,
- la data del ritrovamento,
- le dimensioni,
- il peso,
- la classificazione geologica,
- il nome del raccoglitore,
- il nome del determinatore,
- la data della determinazione,
- la bibliografia di riferimento,
- le note.

Su questa scheda, eventualmente, potrà trovar posto anche una fotografia del pezzo a cui si riferisce la scheda stessa.
Comunque anche per questo lavoro ogni dilettante si regolerà nel modo da lui stesso giudicato più opportuno, per esempio per la numerazione si potrà usare uno dei seguenti criteri:
- numeri progressivi (1, 2, 3, ecc.),
- proprie iniziali più numero progressivo (XY-1, XY-2, XY-3, ecc.),
- sigla individuata per il luogo più numero progressivo (A-1, A-2, A-3, B-1, B-2, B-3, ecc., dove A e B corrispondono a siti diversi),
- sigla individuata per una categoria sistematica più numero progressivo (MAG-1, MET-9, INT-6, ORG-4, PIR-7, ecc., dove MAG = Magmatiche, MET = Metamorfiche,
   INT = Intrusive, ORG = Organogene, PIR = Piroclastiche, ecc.).

Anche per la catalogazione di più esemplari della stessa specie ognuno sceglierà il sistema ritenuto più idoneo; per esempio si potrà dare lo stesso numero seguito però da un numero progressivo che identifica l'esemplare (3/1, 3/2, XY-3/2, A-15/3, MAG-8/5, ecc.), oppure seguito da una lettera (3/a, 3/b, 3/c, ecc.).

I registri potranno essere sostituiti da vere e proprie schede in cartoncino sulle quali avremo fatto stampare le varie diciture occorrenti; qualcuno magari preferirà prepararsele di volta in volta con l'ausilio di un timbro di gomma.
I più modernizzati potranno usare un elaboratore elettronico ed uno dei tanti programmi di archiviazione oggi in circolazione o addirittura, se ne sono in grado, progettarne uno su misura.

Scheda semplificata di archivio su PC


L'ESPOSIZIONE

Pulito, restaurato, catalogato e magari anche fotografato il nostro campione, non rimane altro da fare se non la sistemazione per l'esposizione.
Naturalmente ognuno sistemerà i suoi pezzi come meglio gli piacerà esteticamente e secondo le esigenze di arredamento e di spazio della propria casa.
In ogni caso per chi comincia, anche in questa fase, può sempre tornar utile qualche consiglio di natura soprattutto pratica.

I vari esemplari di roccia possono venir riposti in contenitori di cartoncino tipo coperchio da scatole di scarpe, di adeguate dimensioni, nelle quali verrà inserito un cartellino o un'etichetta (di dimensioni adeguate) riportante i dati relativi al campione.

I contenitori possiamo tranquillamente costruirceli da soli con un po' di cartoncino abbastanza robusto. Ecco come si fa (clicca sulle figure per ingrandirle):

 
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1) Si tracciano, su un foglio di cartoncino abbastanza robusto, i contorni del contenitore delle dimensioni volute, come mostra la figura.

2) Si ritaglia la figura lungo i contorni e si praticano due tagli lungo le linee rosse, fino alle linee di piegatura (colore blu).

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3) Si eseguono tutte le piegature lungo le linee segnate.

 

4) Si incrociano i lembi liberi (del lato più corto) in modo da dare forma di scatoletta al contenitore.

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5) Si ripiegano i lembi più lunghi verso l'interno in modo da fermare quelli già piegati ed incrociati. Volendo si possono fissare questi lembi con una goccia di colla.

 

6) Ed ecco pronto il contenitore che non ha nulla da invidiare a quelli che si possono acquistare e non costa quasi nulla.
Inseriremo il cartellino coi i dati e poi il campione di roccia.


Possono, però, anche essere montati su basi di legno, anche queste di dimensioni adeguate.

Il montaggio può essere fatto mediante un chiodo infisso nel legno e cementato in un foro, praticato con il trapano munito di punta adatta, nel pezzo di roccia, oppure semplicemente incollando la "saponetta" per esempio con del collante siliconico.
Sul lato anteriore della basetta si può applicare un'etichetta oppure una piastrina di ottone o alluminio riportanti nome, numero di catalogo ed eventualmente luogo di rinvenimento.

Nel caso della targhetta metallica useremo dei caratteri trasferibili, che dovremo proteggere con una pennellata di vernice trasparente. Attenzione però che la maggior parte delle vernici sono diluite con solventi che sciolgono i trasferibili.
Non si ha questo inconveniente usando la vernice vetrificante Vernidas® della Adica-Pongo.

Il numero di catalogo assegnato dovrà essere riportato anche sul campione, ovviamente in un punto tale da non rovinare l'estetica del pezzo.
Per questa operazione si potrà usare una piccola etichetta autoadesiva. Poiché però le etichette dopo un po' di tempo tendono a staccarsi, sarà meglio scrivere direttamente sul reperto con inchiostro di China, vernice o pennarello.
L'inchiostro del pennarello, tuttavia, su certi materiali viene assorbito sbavando, quindi non è consigliabile usarlo senza aver fatto prima una prova. Se necessario, prima di scrivere il numero, si metterà sulla roccia una goccia di smalto bianco in modo da ottenere una piccola zona sulla quale il numero risulti chiaramente leggibile.

Sono ottimi per questo scopo i correttori liquidi per dattilografia, anche perché essiccano velocemente.


Un altro modo di esporre il pezzo può essere quello di appoggiarlo su un supporto di materiale plastico trasparente oppure metallico.

Vari tipi di supporti commerciali

Questi supporti si trovano in commercio in varie forme e di varie misure e sono validi soprattutto per campioni tagliati in troppo fette e lucidato come potrebbero essere, per esempio, quelli relativi ad una collezione tematica sui marmi.

Per esporre la collezione si potrà utilizzare qualsiasi mobile disponibile in casa, fatto fare o acquistato per l'occasione, basterà tener presente i principi elencati qui di seguito.

ALCUNI CONSIGLI SULLA GESTIONE DELLA COLLEZIONE

Per poter ammirare i campioni in tutta la loro bellezza, è necessario che siano illuminati molto bene.

La polvere regna sovrana dappertutto e si posa su tutto perciò, anche se la collezione avrà trovato posto in mobili protetti da vetri (questa soluzione è sempre auspicabile), avrà bisogno di essere spolverata con una certa frequenza.
A maggior ragione dovranno essere frequentemente spolverati tutti quei pezzi che risultassero, per ragioni di grandezza o per esigenze varie, sistemati sopra qualche mobile o su scaffalature. Va ricordato, infatti, che una collezione impolverata dà un senso di abbandono e trascuratezza e non potrà certo fare l'orgoglio del suo possessore.

Non è strettamente necessario esporre tutto ciò che si possiede, del resto anche ciò che si può ammirare nei musei è solo una piccola parte del materiale di cui essi dispongono, perciò nell'esposizione dovranno trovar posto solo i pezzi più belli e più significativi.

Nell'esporre la collezione potranno essere seguiti criteri diversi: per esempio potremo far vedere le rocce di una certa zona, o di un determinato periodo, oppure una serie litologica, o ancora una tematica ristretta ad una classe e così via.
Tutto l'altro materiale, catalogato e raccolto in contenitori, come in precedenza descritto, potrà trovar posto in qualche cassetto o armadietto ed essere così sempre pronto per venire sottoposto all'ammirazione dei presenti, ogniqualvolta se ne presenti l'opportunità.

 



LE NORMATIVE

Come già detto in precedenza, il dilettante dovrà programmare le proprie attività tenendo conto delle normative di legge e dei territori sottoposti ad esse.
Pertanto, prima di mettersi in viaggio per recarsi in qualche località, per cercare e raccogliere campioni di rocce, dovremo essere ben certi che in quella zona non vi siano delle restrizioni legislative per tale attività. Nel caso dovremo, per tempo, chiedere l'autorizzazione agli Organi competenti.

In altra parte del sito sono raccolte, sia la normativa nazionale che alcune leggi locali e fra queste quelle che regolamentano i parchi e le zone protette, relative soprattutto alle attività di ricerca, estrazione e raccolta di reperti fossili.
Alcune di esse accomunano le regole per rocce, minerali, fossili, reperti archeologici, ecc.
Attenzione, però, poiché per quanto riguarda le rocce ed i minerali, esistono alcune leggi locali particolari, che non sono comuni ai fossili e che pertanto non sono state incluse nella raccolta inserita nel sito.

 



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